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Lettera ai Parlamentari Europei sulla riforma della PAC

IN EVIDENZA

Bruxelles, 9 ottobre 2020

Gentile membro del Parlamento Europeo,

A più di due anni dalla presentazione della proposta di riforma della Politica Agricola Comune europea (PAC) post 2020 - due anni in cui non si è fatto quasi nessun progresso nel definire la posizione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo - sembra che sia iniziata una nuova fase di "stato di emergenza" in cui l'obiettivo è quello di chiudere il prima possibile e a tutti i costi i negoziati di riforma della PAC.

Per il Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC), è chiaro che questa corsa alla chiusura dei negoziati risulti dalle preoccupazioni di chi difende l'attuale status quo della PAC, in vista dei cambiamenti che potrebbero essere apportati a seguito del dibattito sul Green Deal, sulla Strategia F2F "Dai campi alla forchetta" e sulla Strategia per la Biodiversità.

Vista la direzione del dibattito in seno al Parlamento e al Consiglio europeo, ECVC ha aspettative molto basse sulla riforma attualmente in corso. Oltre ad una rinazionalizzazione della PAC, temiamo la continuazione delle riforme precedenti, mantenendo così la concentrazione dei sussidi (e prolungando l'attuale deterioramento dei prezzi di produzione). A ciò si aggiunge una politica commerciale orientata al mercato globale , il che significa che agricoltrici e agricoltori continueranno a rappresentare uno dei settori più poveri della società europea, con redditi inferiori del 50% rispetto al resto della società. L'attuale riforma non impedirà né risolverà l’annuale scomparsa di migliaia di aziende agricole, l'invecchiamento della popolazione agricola, la desertificazione delle zone rurali, l'intensificazione dei modelli di produzione e il conseguente deterioramento della qualità del cibo e l'impatto negativo sull'ambiente, oltre a molti altri problemi.

Per ECVC è chiaro che il Parlamento europeo si stia avvicinando alla definizione della sua posizione.

Crediamo che la posizione del Parlamento europeo riguardo la regolamentazione dell’organizzazione del mercato comune abbia il potenziale per migliorare le proposte della Commissione europea. Tuttavia, per quanto riguarda la regolamentazione del piano strategico della PAC, la posizione del Parlamento non fa che indebolire le già poco ambiziose proposte della Commissione europea. Ciò è particolarmente vero per gli strumenti necessari a migliorare la distribuzione dei sussidi del primo pilastro della PAC.

Non comprendiamo la preoccupazione che l’applicazione di questi strumenti danneggerebbe quel 2% dei beneficiari della PAC che attualente ricevono circa il 30% dei sussidi del primo pilastro. Riteniamo invece che tali misure permetterebbero una migliore distribuzione dei sussidi, che esse siano motivate dal loro valore sociale e che potrebbero alleviare le attuali ingiustizie: ad oggi, l'80% dei beneficiari della PAC riceve solo il 20% del totale dei sussidi, e circa il 40% delle agricoltrici e degli agricoltori europei non beneficia affatto di questo tipo di aiuti, nonostante essi siano ugualmente ostacolati dalle crescenti regolamentazioni e da una politica di prezzi di produzione bassi.

Non comprendiamo la posizione emersa dalla precedente COMAGRI, che ha rifiutato una riduzione della quota di pagamenti diretti ricevuti al di sopra dei 60.000 euro per azienda agricola e che ha ostacolato la ridistribuzione che avrebbe potuto derivare dall'applicazione del limite del sussidio e dei pagamenti ridistributivi al 10% del bilancio nazionale.

È in questo contesto, e in un ultimo sforzo, che ECVC richiede la vostra attenzione sui seguenti sei aspetti principali:

- Regime dei piccoli agricoltori: Deve essere invertita la decisione della precedente COMAGRI di collocare un aiuto massimo di 1250 euro per beneficiario;

- Capping e pagamenti ridistributivi: Deve essere invertita la decisione del precedente COMAGRI di limitare ad un massimo del 10% del totale dei bilanci nazionali per il primo pilastro della PAC e di ritirare il sostegno progressivamente decrescente per i beneficiari che ricevono tra i 60.000 e i 100.000 euro di pagamenti diretti all'anno. Deve essere riaffermato l'obbligo degli Stati membri di applicare un massimale.

- Eco-schemi: I modelli di produzione sostenibile già esistenti, come l'agroecologia (secondo la definizione data dalla FAO) e l'agricoltura biologica, devono essere integrati negli Eco-schemi senza requisiti per introdurre nuove pratiche. Allo stesso modo, è essenziale che i modelli super-intensivi (come l’agricoltura “intelligente” o “di precisione”), totalmente insostenibili, siano ritirati dagli Ecoschemi, nonostante esse potrebbero introdurre alcune pratiche più rispettose dell'ambiente;

- Definizione di ettari ammissibili: Il mantenimento di terreni in buone condizioni agronomiche non dovrebbe essere considerato un'attività minima sufficiente, a meno che l'area non sia integrata in una pratica di rotazione;

- Condizionalità sociale dei sussidi: Deve essere attuata la condizionalità sociale dei sussidi, rendendo obbligatorio per i beneficiari il rispetto della legislazione vigente in materia di lavoro e rendendo possibile la richiesta di restituzione delle sovvenzioni in caso di gravi violazioni;

- Regolamentazione pubblica: È essenziale sostenere tutte le iniziative emergenti al fine di integrare la regolamentazione pubblica obbligatoria nei regolamenti delle OCM in caso di gravi distorsioni sui mercati agricoli.

In fede,

José Miguel Pacheco Gonçalves
Membro del Comitato di Coordinamento ECVC
info@eurovia.org

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