Nel 1960 Francesco Benciolini, dopo una breve esperienza in Sicilia con Danilo Dolci, lavora per 3 anni in provincia di Treviso in un progetto di promozione di cooperative agricole fra piccoli coltivatori diretti e mezzadri e in un progetto di scuole per ragazzi contadini, scuole che si ispiravano all’esperienza delle “Maisons familiales d’apprentissage rural” francesi. Nel 1964 viene chiamato a Verona con l’incarico da parte del Sindacato CISL di allargare alla provincia l’esperienza già sviluppata nel Trevigiano.

Con molte difficoltà ed opposizioni, perché il metodo proposto era alternativo al modo tradizionale di insegnare, nasce in Valpolicella la “Scuola della Famiglia Rurale” caratterizzata dall’alternanza scuola-lavoro e dalla residenza. I ragazzi, dai 14 ai 18 anni, tutti figli di contadini e spesso allontanati dalla media statale, per tre anni trascorrevano una settimana a scuola (giorno e notte) e due settimane a casa al lavoro con la propria famiglia. La scuola si proponeva di:

  • potenziare le capacità, spesso nascoste, di ciascun allievo;
  • riconoscere e rivalutare la cultura contadina con uno sguardo verso il futuro;
  • puntare sulla responsabilità individuale e di gruppo;
  • coinvolgere le famiglie nelle ricerche, nella gestione, nei viaggi per essere agenti di promozione.

Nel 1972 Francesco Benciolini lascia la scuola per  lavorare nell’azienda agricola di famiglia in collaborazione con ex allievi.

Il piccolo gruppo coinvolge altri contadini della zona in una riflessione comune su vari aspetti del lavoro contadino. 

Nasce così un gruppo informale chiamato “Gruppo Contadino Veneto” poi costituito formalmente nel 1995 col nome di “Associazione Rurale” al quale aderiscono anche contadini di “Ru.Re.” (Rurali Reggiani). Primo presidente è Francesco Benciolini. Si lavora sui temi dell’identità  e della cultura contadina, sulla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e, in collaborazione con l’Università di Padova, sulla sperimentazione di trattamenti che rispettino l’equilibrio biologico nella coltura dei vigneti. La ricerca viene concretamente realizzata nelle singole aziende dei contadini e sarà pubblicata su L’Informatore Agrario.

I primi anni ’70 sono anche gli anni della nascita di piccole cooperative di autogestione, sia agricole che di altri settori,che attirano l’attenzione del  movimento francese MRJC (Mouvement Rurale de la Jeunesse Chretienne)con cui si avviano scambi assieme a RU.Re. Questi scambi ci portano all’incontro con FIMARC (Federation Internationale des Mouvements rurals Chretiens) che ci dà modo di entrare come osservatori nella C.P.E. (Coordination Paysanne Européenne).

Attraverso il Coordinamento Contadino Europeo (CPE) incontriamo Antonio Onorati, allora presidente del Centro Internazionale Crocevia, con il quale avviamo una stretta collaborazione.

L’Associazione Rurale si immerge così pienamente nella conoscenza dei temi sociali e politici delle realtà contadine dell’Italia, dell’Europa ma anche delle problematiche globali che interessano tutto il mondo, in particolare l’Africa (partecipazione al progetto ITALIAFRICA Terre Contadine).

Nel 1999 la CPE invia in Italia una delegazione per conoscere le organizzazioni contadine e per stabilire contatti: dopo aver avvicinato Coldiretti e C.I.A., sceglie di stabilire uno stretto contatto con noi perché ci riconosce autentici contadini.

Inizia una stretta collaborazione ed una serie di incontri con la CPE e con La Via Campesina (LVC) che allarga l’orizzonte del gruppo.

Nel 2001 l’Associazione si amplia con l’entrata di contadini piemontesi e diviene ARI – Associazione Rurale Italiana conservando la caratteristica di essere formata da un gruppo, non molto numeroso ma attivo, di piccoli contadini legati alla terra.

Nel 2004 ARI si costituisce formalmente ed è accettata a far parte della CPE.

Diventano fondamentali gli scambi di conoscenze e di stimoli che si ampliano in Europa col Coordinamento Europeo e nel mondo con La Via Campesina.

Gli interessi e gli impegni si allargano, si lavora sulla piccola e media agricoltura contadina, sul bracciantato, sui migranti in agricoltura, sulla lotta agli OGM, sull’agroecologia, sulle sementi contadine. 

ARI non fa campagne di proselitismo attivo ma continua ad attirare militanti contadini in diverse regioni d’Italia. Le sue iniziative (PAC, sementi, terra, agroecologia, lavoratori e migranti, etc) lentamente ottengono anche riconoscimenti formali (audizioni in Parlamento, visita al presidente della Repubblica) oltre che la fiducia di tante organizzazioni di base attive nei territori italiani o dentro al Coordinamento Europeo Via Campesina  di cui è membro della direzione.