Colà di Lazise, 29 Giugno 2021

Con la prima riunione del nuovo consiglio, che ha eletto la coordinatrice ed il coordinatore di ARI per i prossimi tre anni, si è concluso il lungo percorso di revisione dello Statuto e di rinnovo delle cariche iniziato nell’Assemblea Nazionale tenutasi a Ca Fornelletti nel febbraio del 2020. Questi passaggi formali e sostanziali, dovuti sia agli obblighi di legge che alla scadenza delle cariche statutarie di ARI, ci hanno permesso di fare il punto profondo sulla situazione della nostra associazione e dell’agricoltura contadina italiana dopo questo anno terribile.

Durante l’assemblea on-line, tenutasi venerdì 18 giugno, ci siamo confrontati su diversi capitoli importanti per il futuro delle nostre campagne e dei contadini e contadine che hanno lottato a lungo contro gli effetti nefasti della pandemia, come il tentativo di estromissione dal mercato attraverso le chiusure arbitrarie di mercati contadini e altre forme di vendita diretta che hanno caratterizzato i primi mesi del confinamento. ARI si è battuta sin dal primo momento contro queste assurde decisioni che mettevano la nostra alimentazione nelle mani della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che sappiamo essere causa di un progressivo allontanamento delle fasce più deboli della popolazione da un’alimentazione sana e nutriente; e fonte di sfruttamento di piccoli e medi produttori e dei lavoratori e lavoratrici più vulnerabili lungo l’intera filiera agroalimentare. Abbiamo ricordato a questo proposito la morte di Adil, che manifestava contro lo sfruttamento dei suoi colleghi impegnati nella logistica della GDO. La solidarietà dei contadini e delle contadine di ARI verso queste categorie di lavoratori e lavoratrici, che durante il lockdown hanno subito una pressione ancora maggiore, è per noi fondamentale per ribadire che i sistemi alimentari sono e devono rimanere molteplici e diversificati. In particolare, il sistema legato all’agricoltura contadina, agroecologica e solidale deve essere priorizzato per i suoi effetti positivi sull’ambiente e sulle persone, sul mondo rurale, e per il suo ruolo nel garantire a tutti e tutte il diritto al cibo.

L’Assemblea del 18 giugno è stata l’opportunità per definire le priorità della nostra azione politica contadina per questo 2021 che faticosamente riparte, facendo riemergere tutte le contraddizioni e le gravi mancanze che sono alle radici della pandemia stessa e di quella crisi economica, finanziaria, sociale ed ecologica che ancora prima colpiva il mondo. Tra le nostre priorità abbiamo individuato la lotta alle New Breeding Techniques (o nuovi OGM, per la quale abbiamo già lanciato una petizione al Parlamento Europeo contro il governo italiano), la lotta alle nuove tecnologie legate all’agricoltura di precisione, la lotta per l’accesso alla Terra, la lotta per il riconoscimento legislativo dell’agricoltura contadina. 

ARI, con il suo impegno quotidiano su diversi fronti e con il lavoro dei suoi iscritti e iscritte, vuole proprio mettere fine a questo modello economico, che prima distrugge i risparmi di milioni di persone e poi sprofonda la popolazione mondiale in un incubo pandemico causato anche dalla continua e sistematica distruzione degli ecosistemi.

Mentre i potentati a difesa dell’agricoltura industriale agiscono indisturbati per cancellare anche i pochi passi avanti fatti dalla riforma della Politica Agricola Comune (PAC) europea, ARI continua la sua battaglia per ottenere disposizioni a favore dell’agricoltura contadina, agroecologica e solidale e della sovranità alimentare, che per noi rimangono l’unica risposta. Per questo continueremo a lottare, chiedendo a tutte le persone di buona volontà di unirsi alla nostra lotta. 

Contatti:

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