Il 13 maggio 2024 l’Italia rinunciava 24 anni di rigida applicazione del principio scientifico di precauzione per piantumare un fazzoletto di ris8imo, riso sperimentale, ottenuto con manipolazione genetica, rischiando così anche la leadership mondiale di un grande paese agricolo libero da OGM, che tanto viene spesa a supporto dell’immagine di qualità del nostro agroalimentare, all’estero e in Italia.

Lo avevamo denunciato: nessuna discussione pubblica, nessuna campagna informativa, nessuna valutazione seria dei rischi sul nostro sistema agricolo o del potenziale danno di immagine ed economico per il settore dell’agricoltura italiana di qualità, hanno preceduto o seguito questo evento.

Le informazioni su una sperimentazione in pieno campo di riso OGM – sperimentazione ammessa solo da un recentissimo DDL del governo – erano girate tra i pochi addetti ai lavori e interessati e tra i cittadini raggiunti dallo sforzo informativo di ARI e delle altre realtà impegnate nel denunciare la forzatura di procedere alla sperimentazione in campo, in Italia, di un OGM e la provata, ad oggi, scarsa utilità degli OGM, di vecchia o nuova generazione per il miglioramento delle pratiche agricole. Lo sforzo di migliorare le pratiche agricole necessita di ben altra ricerca e sperimentazione e di dialogo tra scienziati e contadini sulle reali esigenze dei nostri sistemi agricoli.

Noi di ARI, nei giorni seguenti la piantumazione, ci siamo recati sul luogo, accertando, (come si vede anche dalle foto che sono circolate), diverse violazioni alle stesse regole date dall’Ispra per autorizzare la sperimentazione: la recinzione predisposta attorno alla particella di riso OGM infatti non era di ostacolo all’ingresso di animali piccoli o perfino meno piccoli; la distanza dalla più vicina coltivazione di riso non sperimentale è chiaramente di 0 metri e non di 50, come invece richiesto; inoltre la cartellonistica per segnalare la coltivazione era posta in modo da essere illeggibile dalla strada pubblica, ecc..

Abbiamo poi continuato a seguire da vicino l’evolversi della situazione e siamo convinti che la sperimentazione sia fuori dalle norme richieste per sperimentare gli OGM, perché ad oggi i prodotti NGT, in Europa come in Italia, ricadono sotto le disposizioni relative agli OGM poiché nessun nuovo regolamento è stato approvato relativo ai prodotti NGT. Così come restiamo convinti che la sperimentazione si sarebbe rivelata fallimentare come evidenziano le critiche a tali manipolazioni riportate da una abbondante documentazione scientifica.

Ora il campo sperimentale è stato distrutto e ora che non c’è più i giornali si affrettano a rimpiangerlo e a difendere la libertà di ricerca scientifica. Chiamano in causa addirittura l’ecoterrorismo e parlano di inaccettabile violenza contro la proprietà privata!

Noi vorremmo riportare l’attenzione al sopruso silenzioso fatto prima: imponendo con trucchi e cavilli una coltivazione OGM in pieno campo, senza adeguate sicurezze e senza che la popolazione italiana, da decenni contraria agli OGM, ne fosse adeguatamente informata.

Ricordiamo ancora una volta che la ricerca scientifica è si libera, così come deve essere libera la critica ai metodi ed ai risultati della ricerca scientifica, ma soggetta al principio di precauzione, che le sperimentazioni devono essere svolte in sicurezza!
Se poi, in campo agricolo, la ricerca pubblica fosse orientata alle esigenze di chi coltiva e produce cibo e non condizionata da interessi di un numero estremamente ristretto di imprese sementiere, svolgerebbe così i suoi compiti che sono finanziati da denari della collettività.

Vorremmo inoltre sottolineare che le leggi fondamentali del nostro stato tutelano la proprietà privata ma che vale sempre la massima che la libertà dell’uno termina dove inizia quella degli altri. Il bene pubblico è prioritario e vorremmo che finalmente si rendesse possibile un dibattito pubblico sull’opportunità dell’irreversibile introduzione in campo aperto di OGM per la sperimentazione e la coltivazione in Italia.

Per esprimere un nostro parere politico sul gesto di distruzione delle piante OGM, attendiamo la rivendicazione e le motivazioni da parte degli autori del gesto, poiché poco possiamo dire d’altro senza tali dichiarazioni.