Di seguito riportiamo la lettera inviata ieri, venerdi 12 dicembre, ai membri italiani del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea e al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida.
Potete leggere e scaricare la lettera completa in PDF qui.
Con preghera di lettura e diffusione.
All’attenzione di:
Rappresentanti permanenti aggiunti della rappresentanza italiana presso l’UE
All’On.le Ministro Lollobrigida
LLSS
OGG: Accordo di trilogo sugli OGM-NTG: I piccoli agricoltori chiedono agli Stati membri di non approvare un testo che danneggerebbe gravemente la sovranità sementiera e alimentare dell’Europa
Gentile Signora, Egregio Signore,
Il 3 dicembre, i rappresentanti delle tre istituzioni europee sono giunti a un accordo provvisorio sul trilogo sulla proposta di deregolamentazione delle piante OGM ottenute mediante nuove tecniche genomiche (OGM-NTG). Associazione Rurale Italiana (ARI), membro del Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC), che rappresenta la voce dei piccoli contadini europei, denuncia un accordo che ignora totalmente le preoccupazioni degli agricoltori, in particolare per quanto riguarda i brevetti e la
coesistenza con il settore senza OGM. I rischi di contaminazioni accidentali, di azioni legali per contraffazione di brevetto, di maggiore concentrazione del mercato sementiero, e di aumento del prezzo delle sementi sono stati riconosciuti da diversi Stati Membri, così come dal Parlamento europeo, il che ha considerevolmente rallentato i negoziati su questa proposta.
Tuttavia, nell’accordo di trilogo provvisorio della scorsa settimana, le preoccupazioni essenziali del settore agroalimentare sui brevetti sono state completamente ignorate, lasciando nell’accordo finale solo misure facoltative, quali un codice di condotta non vincolante per la concessione di licenze, misure di trasparenza volontarie o un obbligo di disclaimer [1] largamente insufficiente per evitare l’estensione della portata dei brevetti ai caratteri ottenuti mediante selezione convenzionale.
Questo accordo lascia gli agricoltori, le piccole imprese sementiere, i trasformatori e i distributori senza protezione contro i rischi legati ai brevetti. Infatti, esso presume che le piante brevettabili ottenute mediante NTG siano equivalenti alle piante prodotti con metodi di selezione tradizionali, non brevettabili. La soppressione dell’attuale obbligo di pubblicare i metodi di rilevamento e identificazione dei caratteri geneticamente modificati permetterà di estendere la portata dei brevetti sulle NTG alle sementi e ai prodotti agricoli che contengono naturalmente questi stessi caratteri. Le misure dell’accordo della scorsa settimana sono inutili per proteggere gli agricoltori e gli altri operatori agroalimentari dalle azioni legali per contraffazione di brevetto, in caso di contaminazione accidentale o se le loro sementi, ottenute mediante processi essenzialmente biologici, contengono naturalmente materiale biologico o informazioni genetiche simili a quelle coperte da un brevetto. In assenza di metodi di rilevamento e identificazione [2], l’inversione dell’onere della prova impedirà effettivamente agli agricoltori e ai produttori di sementi citati ingiustamente per contraffazione di brevetto di provare che non hanno utilizzato l’invenzione brevettata.
L’accordo prevede quindi di deregolamentare gli OGM-NTG brevettati senza garantire la tracciabilità, e quindi senza possibilità di applicare misure di coesistenza efficaci, senza etichettatura per i prodotti finali e, infine, senza possibilità per gli Stati membri di regolamentare la coltivazione delle NTG sul loro territorio o dichiararsi “GMO-free” come lo è l’Italia da 25 anni. Questa proposta non prende quindi alcuna disposizione per proteggere il settore biologico dai rischi di contaminazione, sebbene gli OGM, compresi quelli ottenuti mediante NTG, siano rigorosamente vietati dalla regolamentazione biologica e rifiutati dai consumatori. Alcuni requisiti della legislazione attuale sugli OGM continueranno certamente ad applicarsi agli OGM-NTG di «categoria 2», ma sappiamo già che la grande maggioranza delle NTG rientrerà nella «categoria 1», che sarà completamente deregolamentata. In breve, questo accordo sopprimerebbe completamente il diritto degli agricoltori e dei consumatori di continuare a coltivare e a nutrirsi senza OGM, e metterebbe in pericolo la sopravvivenza economica dei settori agroalimentari biologici e senza OGM, che sono ben consolidati in Italia (sono l’essenza del made in Italy) e in Europa.
L’accordo provvisorio della scorsa settimana giova solo alle grandi multinazionali che detengono brevetti, quali Corteva, BASF o Bayer, che potranno controllare tutte le sementi e l’intera catena alimentare. Tutti gli altri, agricoltori, piccole e medie imprese sementiere e consumatori, avranno da perderci. La principale motivazione dietro questa deregolamentazione è imporre il modello dei brevetti sulle sementi in Europa, bloccare l’accesso alle risorse genetiche con l’obiettivo di ristrutturare il mercato delle sementi a vantaggio delle grandi imprese, e costringere i consumatori ad acquistare OGM anche se non li vogliono. Se questo accordo provvisorio verrà approvato, renderà gli agricoltori dipendenti da poche imprese biotecnologiche e porterà nel lungo termine a una concentrazione monopolistica del mercato delle sementi, alla scomparsa di piccole imprese sementiere, a una privatizzazione generalizzata delle risorse genetiche, a una riduzione irreversibile dell’agrobiodiversità e a un aumento del prezzo delle sementi. Ciò che è in gioco non è niente di meno che la sovranità alimentare e sementiera dell’Europa.
Cordiali saluti
Il Presidente di ARI
Fulvio Bucci
[1] L’obbligo di disclaimer, in base alle regole dell’Ufficio europeo dei brevetti, è insufficiente poiché riguarda solo la protezione dei caratteri ottenuti mediante processi essenzialmente biologici che sono «notoriamente conosciuti». Tuttavia, l’enorme diversità genetica delle sementi tradizionali o contadine non brevettabili non è necessariamente notoriamente conosciuta se non sono state registrate o depositate in una collezione, e quindi non sono protette da questo obbligo di disclaimer.
[2] Ciò che sarebbe anche assolutamente necessario per il monitoraggio post-commercializzazione, al fine di consentire il ritiro di un OGM-NTG dal mercato in caso di danni alla salute e all’ambiente.
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