Bruxelles, 11 Dicembre 2020

Una piccola e potente minoranza continua a spingere per la deregolamentazione di vecchi e nuovi OGM (Nuove Tecniche di Allevamento o NBT), sia a livello europeo che negli Stati membri.

Le organizzazioni membri di ECVC in Italia e in Francia, con le quali ECVC esprime la propria solidarietà, denunciano i tentativi di introdurre gli OGM cercando di modificare la legislazione italiana sulla commercializzazione delle sementi senza alcun dibattito pubblico, o rifiutando di applicare la normativa europea sugli OGM in Francia.

In seno alla Commissione Agricoltura del Parlamento italiano circolano quattro proposte di decreto che, in termini molto chiari, mirano ad autorizzare l’ingresso di nuovi OGM in Italia, paese “OGM free” dal 2001, dove i settori della frutta, del vino e delle sementi di ortaggi che sarebbero interessati dalla modifica del decreto sono fondamentali per il sistema agricolo nazionale.

L’Italia giustifica le sue proposte di decreto, anche in chiara contraddizione con il diritto comunitario, citando falsamente la necessità di adeguarsi alla normativa comunitaria sulla commercializzazione delle sementi. In realtà tale obbligo non esiste al momento[i]. L’unica cosa che i Paesi devono assicurarsi di attuare è la sentenza della Corte di giustizia europea sugli OGM, il che significa che gli Stati membri devono garantire che tutti i nuovi OGM rientrino nel regolamento UE sugli OGM (sentenza del 25 luglio 2018 nella causa C-528/16)[ii].

In Francia, il Consiglio di Stato francese, la più alta corte di giustizia del Paese, ha ordinato al governo nel febbraio 2020 di finalizzare la sua legge entro sei mesi, in linea con la sentenza della Corte di Giustizia Europea che richiede che i nuovi OGM siano regolamentati ai sensi della Direttiva 2001/18. Ma la Commissione Europea si è prontamente opposta a questa richiesta, obbedendo alle richieste di quaranta organizzazioni dell’industria delle sementi e del Copa-cogeca. Dieci mesi dopo l’ingiunzione della sua corte suprema, il governo francese non l’ha ancora attuata, scegliendo deliberatamente di non applicare le proprie leggi o quelle dell’Unione Europea.

Allo stesso tempo, tre membri del Parlamento europeo, tra cui l’italiano Paolo De Castro (S&D), così come Irene Tolleret (Renew Europe/France) e Anne Sander (PPE/France), hanno scritto al Commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare Stella Kyriakides per convincerla a ignorare il principio di precauzione e la valutazione d’impatto che hanno guidato le decisioni dell’UE sulla questione degli OGM fino ad oggi.

Va sottolineato che l’applicazione dell’attuale legislazione sugli OGM (Direttiva 2001/18) obbliga l’allevatore ad indicare il processo attraverso il quale il suo OGM può essere distinto da qualsiasi altro organismo esistente in natura o ottenuto con processi di allevamento tradizionali. Inoltre, tutti i nuovi OGM sono brevettati.

I tentativi di modificare la legislazione nazionale per violare questo quadro normativo creano un vantaggio comparativo per un pugno di aziende sementiere europee molto potenti e portano a una concorrenza sleale tra le aziende sementiere europee a scapito di quelle di dimensioni economiche più modeste.[iii] Al contrario, ciò di cui abbiamo veramente bisogno è di mantenere il quadro normativo europeo sugli OGM così com’è, compresa la Direttiva 2001/18/CE, e di applicarlo in modo rigoroso. Questo per garantire che siano rispettati sia il diritto dei consumatori di sapere cosa mangiano sia il diritto degli agricoltori di sapere cosa producono, così come il diritto di perseguire un tipo di agricoltura libera da OGM e un’agricoltura libera dal rischio di inquinamento da OGM non dichiarati.

La Commissione europea deve chiedere a questi Stati di rispettare gli obblighi derivanti dalle decisioni della Corte di giustizia, al fine di adempiere al suo ruolo di armonizzazione dell’applicazione di questa sentenza in ogni paese a livello europeo e di fermare la creazione di una legislazione sulle sementi che andrà a beneficio solo di una piccola parte del settore delle sementi, in chiara contraddizione con il diritto europeo, con i suoi principi di precauzione e trasparenza, con i diritti dei contadini e dei consumatori e in conformità con il diritto della concorrenza.

 

Per ECVC è importante sottolineare che l’agricoltura contadina in Europa continua a innovare nella lotta contro il cambiamento climatico e a far fronte ai suoi impatti senza dover contaminare i suoi campi con soluzioni “miracolose” prodotte da una manciata di aziende solo per continuare a garantire enormi profitti al settore delle sementi.

[i] I paesi dovrebbero conformarsi alle decisioni del Consiglio europeo in base alle quali la Commissione europea deve presentare una relazione per valutare la necessità di aggiornare le 12 direttive che disciplinano la questione della commercializzazione delle sementi (cfr.: DECISIONE DEL CONSIGLIO (UE) 2019/1905 dell’8 novembre 2019 che invita la Commissione a presentare uno studio sulle opzioni dell’Unione per l’aggiornamento della legislazione vigente in materia di produzione e commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetale e una proposta, se del caso, che tenga conto dei risultati dello studio).
ii] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/FR/TXT/?uri=CELEX:62016CJ0528
[iii] https://read.oecd-ilibrary.org/agriculture-and-food/concentration-in-seed-markets_9789264308367-en

 

Contatti:

Guy Kastler – ECVC Seeds Group: +33 603945721 (FR)

Antonio Onorati – ECVC Coordination Committee: +39 3408219456 (EN, FR, IT, ES)