Oggi, 17 aprile, noi di ARI insieme a La Via Campesina celebriamo la giornata mondiale delle lotte contadine. Questa giornata venne istituita per ricordare la data di 23 anni fa allorquando, diciannove manifestanti del “Movimento Sem Terra” venivano uccisi dalla polizia brasiliana a “Eldorado dos Carajás” nello stato del Pará, mentre erano intenti a difendere la loro terra. Da quel giorno i contadini e le contadine dei movimenti di base di tutto il mondo si fermano e ricordano i loro colleghi e compagni che hanno perso la vita, ma che hanno lottato, e anche vinto, per il diritto al cibo, alla terra, all’acqua e, soprattutto ad un lavoro ed una vita dignitosa.
Tutti diritti che, dal dicembre 2018, sono sanciti anche nella Dichiarazione ONU per i Diritti dei Contadini e di Altre Persone che lavorano nelle zone rurali (UNDROP) votata, a grandissima maggioranza, dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, malgrado l’astensione di molti Paesi Europei, compresa l’Italia.
La lotta in Italia e in molti Paesi nel mondo per la giustizia climatica e la giustizia sociale, è oggi messa in grave pericolo dall’emanazione, da parte di alcuni governi europei, di leggi sempre più restrittive, che colpiscono le persone che, si battono contro le inique condizioni di lavoro e la distruzione sistematica degli ecosistemi in cui noi tutti e tutte viviamo e operiamo.
Negli ultimi 38 anni abbiamo perso 2 aziende agricole su 3, ma le aziende con un’estensione superiore ai 100 ettari sono aumentate di circa il 18%. Noi, in questo contesto, con le nostre aziende di dimensione modesta continuiamo a resistere.
Un pugno di industrie agroalimentari e di grandi imprese agricole, sostenute da potentati economici e politiche agricole inique decise dalle “istituzioni democratiche”, cerca di farci credere che l’agricoltura del futuro sia senza contadini e fatta “solo” di braccianti malati e accompagnati nel lavoro da OGM, veleni e robot.
Oggi e nel tempo vogliamo sollevarci ancora contro questa fandonia, vogliamo sollevarci ancora contro la propaganda che ci vuole asserviti alle multinazionali dei semi e dei veleni, che ci vuole ridurre a produttori di un Made in Italy che deve conquistare mercati internazionali mentre perde costantemente importanti fette del nostro mercato interno, mercato di cui vive l’agricoltura contadina.
La realtà è che l’agricoltura italiana è maggioritariamente contadina e sempre più agroecologica e biologica. L’agricoltura contadina é la colonna portante della nostra sovranità alimentare e non è un fantoccio da agitare per parlare di autarchia 2.0 reprimendo le lotte dei movimenti che si battono per l’ambiente e la transizione agroecologica seria.
Noi produciamo cibo, non lo fabbrichiamo!
Noi siamo a fianco di chi lotta per la giustizia sociale e climatica!
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