Il 2-3-4 febbraio, presso la cooperativa Co.R.Ag.Gio. nella periferia nord di Roma, si è tenuta l’assemblea annuale nazionale di ARI. 

È stata l’occasione per mettere in fila analisi, priorità di lotta, strategie e alleanze dell’associazione in questo momento in cui sembrano esplodere le contraddizioni, da noi già da tempo denunciate, di un sistema agricolo degradato da 40 anni di politiche agricole neoliberiste.

 Sistema che è al contempo caratterizzato da misure ingiustamente assistenzialiste, e che non poteva che condurre a scontento e rivendicazioni più o meno condivisibili nel comparto agricolo. 

La nostra assemblea è stata dedicata alla resistenza e alla lotta del Popolo Palestinese e ha avuto il tema della terra come argomento cardine. Abbiamo infatti tenuto un incontro pubblico in cui si sono susseguite testimonianze che hanno illustrato come le terre agricole subiscano una serie di attacchi multipli: da speculazioni edilizie, infrastrutturali, delle cosiddette energie pulite, da concentrazioni fondiarie sempre più latifondiste e infine dal costante abbandono -soprattutto nelle zone interne collinari e montane- dove una gestione troppo frammentaria della proprietà agricola e un progressivo impoverimento sociale, demografico e culturale sta causando il rinselvatichimento di migliaia di ettari potenzialmente coltivabili. 

Per questo ARI insieme al Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC) sta redigendo una direttiva europea per la regolamentazione fondiaria delle terre agricole e si batte affinché le istituzioni europee adottino i principi contenuti Dichiarazione universale dei diritti dei contadini e dei lavoratori della terra (UNDROP) che all’articolo 17 recita :”Gli Stati devono prendere le misure appropriate per eliminare e vietare qualsivoglia forma di discriminazione relativa al diritto alla terra…devono prendere delle misure adeguate per svolgere delle riforme agrarie in modo da facilitare l’accesso ampio ed equo alla terra e ad altre risorse naturali”. 

A questo scopo abbiamo anche ricordiamo il testo dell’articolo 44 della Costituzione italiana, che vogliamo rivendicare e proteggere, e che recita: 

“Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.” 

ARI si impegna a fare della terra uno dei temi cardine della lotta per quest’anno, a fianco alla promozione dell’agroecologia contadina che contrasta il cambiamento climatico e contro la digitalizzazione dei dati agricoli, impegnandosi per la convergenza fra i diritti del lavoro bracciantile e quelli al reddito degno per i contadini. Anche una profonda analisi della PAC e del tema dell’allevamento contadino ci accompagneranno quest’anno, verso la creazione di momenti di approfondimento e scambio anche con chi finalmente si è accorto della deriva a cui le politiche agricole hanno portato. 

Centrale sarà il tema delle sementi contadine che è stato anche oggetto di un incontro preliminare all’assemblea organizzato dalla Ong Crocevia, in cui abbiamo ribadito il rifiuto netto di ogni deregolamentazione all’uso degli OGM, vecchi e nuovi (NGT, NBT, TEA) e dell’impossibile convivenza tra coltivi geneticamente modificati e agricoltura tradizionale o peggio biologica. L’introduzione delle NBT e dei loro campi sperimentali significherebbe la morte del cosiddetto “made in Italy“ così come viene tanto sbandierato anche delle organizzazioni agricole maggioritarie. 

Ci faremo promotori di organizzare insieme alla Coalizione Italia libera dagli OGM manifestazioni per ribadire il no ad ogni deriva dell’ingegneria genetica in agricoltura. 

Noi produciamo cibo e non lo fabbrichiamo! 

Scarica QUI il comunicato stampa della nostra assemblea