14 Gennaio 2025

I negoziati sul piano della Commissione europea per la deregolamentazione dei nuovi OGM, noti come “nuove tecniche genomiche” (NGT), sono attualmente in fase di stallo a causa delle preoccupazioni legate ai brevetti. Il 7 gennaio la Polonia, che presiederà il Consiglio dell’Unione europea per i prossimi sei mesi, ha pubblicato delle proposte per risolvere questa situazione di stallo. L’adozione di questa deregolamentazione assegnerebbe il controllo aziendale di tutta la biodiversità coltivata e della catena alimentare a una manciata di aziende sementiere attraverso i brevetti in loro possesso, un rischio che ECVC denuncia da molti anni. L’ECVC accoglie con favore l’inclusione di questi punti nell’agenda del Consiglio da parte della Polonia. Purtroppo, le soluzioni proposte dalla Polonia non affronteranno questi rischi meglio della precedente proposta del Belgio.

 

La legge sui brevetti vieta di brevettare la natura. Tuttavia, la Commissione cerca di rendere questa pratica comune proponendo di eliminare l’obbligo di pubblicare i processi di individuazione e identificazione delle piante geneticamente modificate dalle NGT (e quindi brevettate). Quest’obbligo è stato introdotto dalla direttiva sugli OGM del 2001/18 per garantire l’accesso degli agricoltori e dei consumatori alle informazioni e per assicurare che gli OGM possano essere ritirati dal mercato se si rivelano dannosi per la salute o per l’ambiente in qualsiasi modo non identificato nelle valutazioni pre-autorizzazione. Inoltre, ha permesso di impedire l’estensione abusiva del campo di applicazione dei brevetti sulle sementi contadine o tradizionali. Se questo obbligo venisse eliminato, gli agricoltori e i produttori di sementi tradizionali che utilizzano o commercializzano sementi contenenti una sequenza genetica simile a una sequenza brevettata ottenuta da NGT, naturalmente o in seguito a contaminazione, non avrebbero più alcuno strumento per opporsi a procedimenti abusivi di violazione dei brevetti. Nel giro di pochi anni, i brevetti delle cinque multinazionali che già controllano più del 60% del mercato globale delle sementi controlleranno più del 90% di tale mercato, a scapito della sicurezza e della sovranità alimentare.

 

Ogni detentore di brevetti ha necessariamente i mezzi per identificare le possibili violazioni. Questo è l’unico modo per garantire il ritorno dell’investimento sui costi associati all’uso delle NGT e sui processi di ottenimento e difesa del brevetto. Tuttavia, questi processi non vengono resi pubblici perché sono coperti da segreto industriale. La Commissione si nasconde dietro questa riservatezza per sostenere che, in molti casi, questi processi non esistono. La Commissione sostiene che le piante brevettate perché modificate geneticamente dalle NGT in modo non naturale sono simili alle piante allevate tradizionalmente, che non sono brevettabili perché ottenute in modo naturale, attraverso i cosiddetti processi “essenzialmente biologici”. Un gene modificato mediante NGT può effettivamente essere descritto in un brevetto in un modo che non consente di distinguerlo da un gene naturale. Ma sono le piante intere e non i geni isolati a essere regolati e diffusi nei campi e nei nostri alimenti. Le NGT generano inevitabilmente molteplici altre modifiche dell’intera pianta che non potranno mai essere tutte eliminate e queste firme permettono di fare questa distinzione.

 

Sotto la pressione dell’opinione pubblica e degli eurodeputati, la Commissione ha recentemente accettato di finanziare due programmi di ricerca volti a sviluppare i processi normativi per questa distinzione (Darwin e Detective). Forse la Commissione spera che questi programmi guardino solo al gene modificato rivendicato nei brevetti e non all’intero genoma e a tutte le caratteristiche delle piante modificate, né ad altre procedure di tracciabilità non genetiche (ad esempio, prodotti biologici, denominazioni di origine controllata, etichette, marchi…). La Commissione sembra voler ignorare che queste procedure sono efficaci solo quando le sanzioni per le frodi superano i benefici che possono derivarne.

 

Invece di ripristinare l’obbligo di pubblicare i processi di individuazione e identificazione, la Polonia propone procedure molto complesse che permetteranno di autorizzare la maggior parte degli OGM derivati da NGT senza che gli agricoltori e i produttori di sementi tradizionali possano identificarli nei campi e nelle catene di approvvigionamento, o che gli Stati possano vietarne la coltivazione sul loro territorio. Come quelle precedentemente proposte dal Belgio, molte di queste misure sono anche contrarie al diritto europeo della concorrenza, che consente restrizioni al commercio solo sulla base di questioni etiche, sanitarie o ambientali, e non su preoccupazioni legate alla proprietà intellettuale.

 

Oltre alla questione dei brevetti, la proposta polacca metterebbe a repentaglio anche i settori biologici, contadini e privi di OGM e vieterebbe qualsiasi ritiro dal mercato in caso di danni alla salute o all’ambiente. ECVC invita il Consiglio a ripristinare gli obblighi di tracciabilità dal seme al campo e al piatto, mettendo così fine alle manovre dell’industria sementiera per ingannare i consumatori sostenendo che gli “NGT” non sono OGM, ben sapendo che i consumatori non vogliono consumare alimenti geneticamente modificati.

 

Ulteriori informazioni sulla proposta della Polonia:

Gli emendamenti presentati dalla Polonia mirano a introdurre disposizioni in materia di brevetti nella proposta di regolamento sugli NGT, tra cui una “procedura di verifica dei brevetti” che la Commissione europea dovrà svolgere per verificare se le piante ottenute tramite NGT sono coperte da uno o più brevetti, che coprono il processo o il prodotto. Questa procedura sarà effettuata sulla base di un dossier presentato dal richiedente. Se, al termine della procedura di verifica, la Commissione conclude che una pianta ottenuta mediante NGT di categoria 1 (“NGT 1”) non è coperta da alcun brevetto, allora può essere commercializzata come NGT 1 senza ulteriori restrizioni. Se esistono uno o più brevetti, gli Stati membri possono decidere di adottare misure che limitano o vietano la coltivazione di OGM da NGT 1 brevettati sul loro territorio nazionale (“clausola di salvaguardia”) per motivi socio-economici e agricoli. Questi OGM brevettati dell’NGT 1 devono essere etichettati con la dicitura “coperto da brevetto” o “brevetto in corso di esame” e questa informazione deve comparire anche nei cataloghi nazionali delle sementi. In determinate condizioni, ad esempio se vi sono prove di frode nella procedura di verifica, la Commissione può richiedere il ritiro dal mercato di una pianta NGT 1 brevettata. Queste disposizioni non possono essere efficaci se non vengono pubblicate le procedure di individuazione e identificazione. Queste procedure sono essenziali nel caso di un brevetto detenuto da una persona diversa dal richiedente l’autorizzazione, o nel caso di contaminazioni accidentali in campi e settori, o infine per consentire il monitoraggio post-market e l’eventuale ritiro nel caso in cui si verifichino danni non identificati durante la valutazione pre-market, che la Commissione cerca di rendere sempre più leggera o addirittura inesistente.

 

Contacts:

Guy Kastler, ECVC Seeds and GMOs Working Group: +33 603945721 (FR)

Antonio Onorati, ECVC Seeds and GMOs Working Group: +39 340 821 9456 (IT, FR, ES, EN)

Alessandra Turco, Member of the ECVC Coordination Committee: +39 3476427170 (IT, FR, ES)

Jens Erik Furulund, Member of the ECVC Coordination Committee: +47 996 30 458 (EN, NO)

For the ECVC office, Cloé Mathurin, in charge of Seed and GMO policies: cloe@eurovia.org (FR, EN, ES)

 

TRADUZIONE ITALIANA DELLA NOTA DI ECVC, ACCESSIBILE QUI