Bruxelles, 22 Ottobre 2020


Il Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC) critica le posizioni del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla PAC post-2020, che non saranno sufficienti a superare le sfide che gli agricoltori, i cittadini europei e il pianeta stanno affrontando. Ciò renderà difficile il raggiungimento degli obiettivi della PAC e soprattutto degli obiettivi stabiliti dalla Commissione Europea nelle sue politiche e strategie di punta all’interno del Green Deal.

Per ottenere un cambiamento reale, sono necessari sufficienti strumenti di regolamentazione del mercato, per avere prezzi che coprano i costi di una produzione sana e sostenibile. Deve esserci un’equa ridistribuzione del sostegno a questo modello, che si basa su piccoli e medi agricoltori.

In particolare, la posizione del Parlamento non porterà a una distribuzione più equa degli aiuti economici, poiché i pagamenti redistributivi e il massimale dei pagamenti diventano facoltativi per gli Stati membri e viene eliminata la riduzione progressiva dei pagamenti alle grandi aziende agricole. Le forze politiche del Parlamento europeo sembrano quindi più preoccupate per la minoranza di meno del 2% degli agricoltori dell’UE che sarebbero colpiti da un massimale o da una riduzione progressiva degli aiuti.

Allo stesso modo, l’attenzione degli eco-schemi sulle “pratiche” ecocompatibili (piuttosto che sui “sistemi” ecologici) può significare che le grandi aziende agricole con forti risorse finanziarie saranno in grado di rispettare queste pratiche attraverso gli investimenti, escludendo invece i piccoli e i medi agricoltori che in questo periodo possono muoversi verso la sostenibilità e l’agroecologia. L’UE ha la responsabilità di garantire che i sussidi non vadano alle aziende agricole che spuntano la casella delle “pratiche” biologiche mantenendo però un sistema di agricoltura industriale totalmente insostenibile. Il passaggio all’agroecologia richiede misure che affrontino le cause alla radice dei problemi. Il mercato globalizzato impone l’attuale modello agricolo, ed è un errore pensare che gli eco-schemi da soli possano portare a un cambiamento di tale modello.

Tuttavia, ECVC è soddisfatta di vedere che il Parlamento accetta, per la prima volta, di includere riferimenti obbligatori alla condizionalità sociale. Si tratta di una battaglia che ECVC ha combattuto sin dalla prima bozza della riforma della PAC post-2020.

Il contesto in cui è nata questa riforma, più di due anni fa, era molto diverso, e la nuova Commissione Europea ha ora segnato un nuovo corso economico, sociale e ambientale basato sull’European Green Deal e sulle strategie “dal Campo alla Tavola” (Farm2Fork) e “Biodiversità”. Questa PAC non integra gli obiettivi di queste strategie e quindi non è coerente. Come e quando queste politiche saranno integrate? Con quali misure? Considerato che gli obiettivi fissati dalla Commissione europea nelle sue strategie sono così importanti, questa riforma non avrebbe dovuto includerli con gli strumenti e i sussidi necessari?

ECVC continuerà a lavorare per i piccoli e i medi agricoltori e per un modello agricolo che integri i valori economici, sociali e ambientali in un percorso chiaro verso l’agroecologia, con politiche pubbliche che forniscano gli strumenti sufficienti per raggiungere gli obiettivi che si prefiggono. Le strategie e gli obiettivi della Commissione Europea confermano che l’agricoltura sostenibile è il modello di cui abbiamo bisogno e che l’agroecologia è la via da seguire per raggiungerlo. La Commissione Europea dice che lo status quo non è valido e, nonostante il voto, insieme alle sue organizzazioni, ECVC continuerà a lavorare sul piano strategico in ogni Stato Membro per integrare questi valori.

Contatti:
Andoni García Arriola – Comitato di coordinamento ECVC: +34 636 451 569- ES, EUZ Alessandra Turco – Comitato di Coordinamento ECVC: +39 34 76 42 71 70 – IT, ES, FR
José Miguel Pacheco – Comitato di coordinamento ECVC: +351 918736441 – ES, PT

 

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