#25Nov – Chiamata all’azione – La Via Campesina: le contadine lottano per i diritti, contro la fame e la violenza!

(Harare, 5 novembre 2021) Questo 25 novembre 2021 – Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, La Via Campesina invita ad azioni simboliche di sensibilizzazione, visibilità e solidarietà, denunciando la preoccupante violenza subita dalle donne, dai bambini e dalle persone LGBTQIA+ nel mondo, ulteriormente aggravatasi con la pandemia COVID-19. Oggi, le nostre società hanno bisogno di politiche pubbliche che garantiscano i diritti e una vita dignitosa alle donne e alle popolazioni in generale. La violenza che colpisce più della metà della popolazione mondiale non può essere ignorata.

ll mondo sta affrontando molteplici crisi strutturali sul fronte sociale, economico e politico. La fame è in aumento dal 2015 e colpisce in modo sproporzionato donne e bambini. I pacchetti finanziari neoliberali spinti dal Fondo Monterario Internazionale (FMI) e da altre istituzioni aprono la strada a un’ulteriore perdita di diritti, con alti tassi di povertà, disoccupazione, migrazione forzata, esclusione e tassi di femminicidio vergognosamente alti.

Perciò, in questo 25 novembre, chiediamo che i diritti umani siano garantiti per tutti e tutte e che il diritto al cibo sia l’obiettivo guida di azioni urgenti, processi decisionali e politiche pubbliche per il raggiungimento della sovranità alimentare. Questo richiede riforme agrarie e agroecologia contadina, accesso ai servizi sanitari e all’istruzione nelle zone rurali, prezzi equi e mercati basati sulla solidarietà, cibo sano sia per le campagne che per le città, cura dell’acqua e delle foreste. Il nostro compito è fare in modo che nessuno muoia di fame!

La fame e la povertà come conseguenza di una crisi globale

Secondo il rapporto OXFAM del luglio 2021, 11 persone muoiono di fame ogni minuto. Questa cifra è ancora più alta del tasso di mortalità di COVID-19! Il rapporto afferma che “quello che abbiamo visto come una crisi sanitaria globale si è rapidamente trasformato in una crisi alimentare in aumento che ha esposto le forti disuguaglianze del nostro mondo”.

Questa disuguaglianza è nata dal sistema economico, sociale e politico dominante. Oggi la fame porta il timbro e il marchio del capitalismo, poiché il problema non è una produzione insufficiente. Il cibo è diventato una merce il cui obiettivo è il profitto, una versione reale di “the hunger games”, senza alcun riguardo per i diritti umani o la vita stessa.

Come ha annunciato la CEPAL (Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi), entro il 2020 la povertà estrema nelle zone rurali potrebbe raggiungere il 42%, una cifra assolutamente senza precedenti. Secondo queste stime, 10 milioni di persone nelle zone rurali – di cui quasi 6 milioni sono donne – potrebbero trovarsi nella situazione di non avere un reddito sufficiente per coprire i bisogni nutrizionali più elementari.

Tuttavia, durante la pandemia, le famiglie contadine, i pescatori/pescatrici, i popoli indigeni, i lavoratori e le lavoratrici rurali, i lavoratori e le lavoratrici stagionali e gli/le afrodiscendenti che lavorano nei campi non si sono mai fermati/e. Hanno continuato a portare avanti il loro lavoro produttivo e riproduttivo, a promuovere l’agroecologia, la solidarietà e a denunciare il sistema; hanno continuato a raccogliere la sfida di soddisfare la richiesta di cibo delle città, delle comunità rurali e delle loro stesse famiglie.

Un appello urgente per il rispetto dei diritti delle donne e delle diversità

La Via Campesina esige la garanzia immediata di tutti i diritti delle donne e delle comunità contadine. È impossibile continuare a produrre cibo in un contesto di enormi disuguaglianze e condizioni di lavoro spaventose, lavoro informale, instabilità, migrazione, il peso dei lavori domestici e di cure non pagati. Questo si aggiunge alla difficoltà di accesso alla terra, all’acqua, alla gestione delle risorse naturali, alle risorse economiche, all’assicurazione e alla formazione. Le donne contadine devono poter esercitare tutti i loro diritti e libertà fondamentali, come stabilito nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di altre persone che lavorano nelle zone rurali.

Per questo, invitiamo tutti e tutte a rimanere allerta di fronte ai gravi danni subiti dalle donne e dalle persone LBTQIA+ in Brasile, Colombia, Honduras, Palestina, Filippine, Guatemala, Costa Rica, Kurdistan e Messico. Salutiamo e celebriamo anche la lotta e le organizzazione di donne che lottano per i loro diritti in tutto il mondo. Si stima che 87.000 donne siano state vittime di femminicidio commesso dal loro partner o da un membro della famiglia, secondo le statistiche mondiali del 2017. Si tratta di un totale di 137 donne al giorno. In America Latina, una donna viene uccisa ogni due ore, semplicemente perché è donna.

“Oggi più che mai, la sovranità alimentare e l’agroecologia contadina sono il nostro compito più urgente. Le donne e i membri della comunità LGBTQIA+ sono attivi su tutti i fronti organizzativi, ma abbiamo bisogno che i nostri diritti siano garantiti per combattere la fame. In Europa, il prezzo dell’elettricità supera il prezzo dell’oro, mentre le multinazionali che vendono “energia verde” come soluzione investono in un vasto processo di accaparramento delle terre per installare grandi parchi industriali di pannelli solari ed enormi turbine eoliche che producono energia da vendere a prezzi inaccessibili”, dice Sonia Vidal, membro dell’Unione dei Contadini della Galizia, ECVC e dell’Articolazione Internazionale delle Donne de La Via Campesina.

“Queste aziende stanno impedendo alle contadine e ai contadini di accedere alla terra che verrebbe utilizzata per produrre cibo sano per combattere la fame, un bisogno che è più urgente che mai e che colpisce sempre più famiglie e individui in tutto il mondo. Sia il land grabbing (l’accaparramento delle terre) che la pandemia vengono utilizzati come scusa per aumentare i prezzi degli alimenti senza rivedere i costi di produzione. Quelli/e di noi che sono produttori e produttrici stanno vedendo i costi salire alle stelle. E più il cibo è sano, basato su metodi agroecologici, più diventa costoso da produrre e vendere. Per combattere la fame, è la sovranità alimentare basata sull’agroecologia che dovrebbe essere discussa. Questo è vitale oggi in Europa come in molte altre regioni”, ha sottolineato Sonia Vidal.

La Via Campesina riafferma l’urgenza di proteggere coloro che producono cibo, le donne, i bambini e i membri della comunità LGBTQIA+; di proteggere i nostri modi di vita, i costumi, le tradizioni e le conoscenze ancestrali; i nostri territori, il nostro cibo e l’accesso ai beni comuni. In questo 25 novembre, le nostre società devono esigere che gli Stati mettano fine al controllo delle multinazionali, alla criminalizzazione, al saccheggio e alla violenza; che arrestino tutti i processi che oggi permettono alle multinazionali e agli attori potenti di prendere decisioni sul cibo.

Crediamo che per porre fine alla violenza e alla disuguaglianza, dobbiamo cambiare il sistema capitalista e lavorare verso sistemi alimentari diversificati che includano la sovranità alimentare e la giustizia sociale e ambientale. Invitiamo tutti e tutte, da ogni territorio, a continuare la lotta con determinazione per porre fine a tutte le violenze contro le donne, contro le persone LBTQIA+ e contro la classe lavoratrice.

Unisciti alle centinaia di azioni in tutto il mondo, partecipa al nostro festival online: “I contadini e le contadine lottano per i loro diritti, contro la fame e la violenza!”, il 23 Novembre sui social media de la Via Campesina.

Le contadine lottano per i loro diritti e contro la fame e la violenza!
#StopViolenceAgainstWomen
#FoodSovereigntyNow

Globalizza la lotta, Globalizza la speranza!

 

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