Comunicato Stampa

7 Febbraio 2023

La decisione odierna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) sugli OGM “nascosti” non chiarisce la questione ma è anzi pericolosa e contraddittoria. Con essa, le imprese sementiere multinazionali si preparano ad una massiccia ondata di OGM non etichettati e non valutati nei campi e nei piatti e all’appropriazione della biodiversità agricola grazie ai brevetti che queste potranno richiedere sui prodotti NGT e della mutagenesi.

La CGUE ha così capitolato di fronte alle multinazionali delle sementi. Nella sentenza emessa questa mattina, la Corte ritiene infatti che gli OGM derivati da tecniche mutagene di moltiplicazione in vitro di cellule vegetali o animali isolate (note come “mutagenesi in vitro”) debbano essere esentati dall’applicazione del regolamento sugli OGM. Tuttavia, queste tecniche sono indispensabili per la produzione di tutti gli OGM, vecchi e nuovi, e generano gli stessi rischi per l’ambiente, la biodiversità e la salute. Questo giustifica gli attuali obblighi normativi di valutazione del rischio, etichettatura e tracciabilità.

Le sementi risultanti da queste tecniche di mutagenesi in vitro – che lasciano tracce identificabili nelle piante – saranno d’ora in poi regolamentate solo dal catalogo delle varietà. A differenza della normativa europea sugli OGM, il catalogo delle varietà non richiede alcuna indicazione delle tecniche di selezione utilizzate, né la divulgazione dei processi che consentono di distinguere le piante risultanti dalla manipolazione genetica da qualsiasi altra pianta derivante dalla selezione tradizionale non-OGM. Sarà quindi sufficiente che le aziende sementiere che desiderano commercializzare OGM derivanti da una delle nuove tecniche di modificazione genetica oggi ancora regolamentate registrino le loro nuove varietà nel catalogo, dichiarando di aver utilizzato le tecniche di mutagenesi in vitro. A meno di non pretendere un sequenziamento completo dell’organismo modificato, infatti, sarà facile per i possessori del brevetto far passare gli effetti di altre tecniche di mutagenesi come risultati della sola mutagenesi in vitro.

Malgrado queste stesse tecniche permettano alle multinazionali di ottenere un brevetto, la normativa europea non può dire tutto e il suo contrario. Solo le tecniche tradizionali possono essere esentate dalla regolamentazione sugli OGM, ma non sono brevettabili. Ma se si pretende brevettare le tecniche di mutagenesi in vitro è perché esse non sono tradizionali e, di conseguenza, producono OGM regolamentati. 

In assenza dell’applicazione delle norme sugli OGM e dell’obbligo di divulgare il processo di distinzione dei loro OGM da qualsiasi altra pianta, l’ambito di applicazione di questi brevetti si estenderà a tutte le piante della stessa specie che esprimono il carattere rivendicato (es. resistenza ad una malattia, resistenza alla siccità, etc.). Come già avviene in Nord America, le cinque multinazionali che detengono i brevetti sulla maggior parte dei caratteri essenziali delle principali piante agricole saranno in grado di assumere il controllo della maggioranza di colture e di alimenti anche in Europa.  Al momento è difficile quantificare il danno che questo provocherà all’agricoltura italiana “libera da OGM” da 20 anni.

La sentenza arriva dopo una lunga storia di disinformazione, interpretazioni errate e battaglie legali, durante le quali l’industria delle sementi e delle biotecnologie, dominante a livello mondiale, ha fatto pressione sulle istituzioni europee per deregolamentare gli OGM.

Secondo l’analisi iniziale, la sentenza non chiarisce sufficientemente tutte le questioni sollevate dalle organizzazioni contadine sullo status delle nuove tecniche genomiche nel diritto europeo e, in definitiva, assume come riferimento il prodotto e non il processo mentre la direttiva fa  riferimento al processo. Tuttavia, queste organizzazioni, tra cui ARI – membro del Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC) – e ECVC stessa, continueranno a lottare per il diritto di tutt* i cittadin* e gli agricoltor* europei di sapere cosa mangiano e cosa seminano, per garantire sementi e alimenti privi di OGM e per mantenere l’autonomia contadina delle sementi, sfruttando le contraddizioni della sentenza. Resistere un giorno di più!

 

Contatti:

Antonio Onorati +39 340 821 9456 / antonio.onorati48@gmail.com

Alessandra Turco +39 347 642 7170 / cascinamalerbe@gmail.com 

 

SCARICA E DIFFONDI IL COMUNICATO STAMPA COMPLETO QUI!